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Ponte Morandi: Sei Anni Dopo il Crollo, il Processo Si Allunga e la Sentenza Slitta al 2026

Il crollo del Ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018, ha segnato profondamente la città di Genova e l’Italia intera. A sei anni da quella tragica giornata, il processo legato al disastro è ancora lontano dal concludersi. Nonostante le aspettative, la fine del procedimento potrebbe non arrivare prima del 2026, lasciando le famiglie delle vittime e l’opinione pubblica in attesa di giustizia.

Un processo complesso e interminabile
Il processo, iniziato nel luglio 2022 presso il Tribunale di Genova, si sta rivelando lungo e complesso. Gli imputati, 59 tra ex dirigenti di Autostrade per l’Italia (Aspi), Spea Engineering e funzionari del Ministero delle Infrastrutture, sono accusati di reati gravissimi, tra cui omicidio colposo plurimo e crollo doloso. Tra le figure di spicco, spiccano l’ex amministratore delegato di Aspi, Giovanni Castellucci, e altri ex manager di rilievo.

Richiesta di nuova perizia e rischi di ulteriori ritardi
Il prossimo 23 settembre, i giudici dovranno decidere se accogliere la richiesta delle difese per una nuova perizia sulle cause del crollo. Questa richiesta, se accolta, comporterebbe un ulteriore prolungamento del processo di diversi mesi, portando la sentenza di primo grado a slittare ulteriormente. La perizia precedente, datata dicembre 2020, aveva individuato la causa principale del crollo nella corrosione degli stralli, ma le difese sostengono l’esistenza di un difetto nascosto non rilevabile, che avrebbe causato il crollo indipendentemente dalle omissioni di manutenzione.

Il rischio di prescrizione dei reati
Con il protrarsi del processo, cresce il rischio che alcuni dei reati più gravi vadano in prescrizione. Alcuni capi d’accusa minori, come l’omissione d’atti d’ufficio, hanno già iniziato a prescriversi nel 2023, e i falsi documentali seguiranno a breve nel 2024. Gli omicidi colposi e le lesioni colpose stradali rischiano di cadere in prescrizione entro febbraio 2026, rendendo sempre più difficile ottenere una condanna per i responsabili.

La frustrazione delle famiglie delle vittime
Il prolungarsi del processo e il rischio di prescrizione stanno alimentando il senso di frustrazione e abbandono tra le famiglie delle vittime. Ogni anno, il 14 agosto, Genova ricorda i 43 morti con una cerimonia commemorativa sotto il nuovo Ponte San Giorgio, ma a livello nazionale l’attenzione sul caso sembra scemare. I parenti delle vittime continuano a chiedere giustizia, ma temono che il tempo e la burocrazia possano seppellire la verità.

Un futuro incerto per la giustizia
Mentre il processo continua a trascinarsi, cresce l’incertezza sul futuro della giustizia per le vittime del Ponte Morandi. Con la possibilità di nuove perizie e la minaccia della prescrizione, il percorso verso una sentenza definitiva si fa sempre più lungo e tortuoso. Le famiglie delle vittime, così come l’intera nazione, restano in attesa, sperando che la giustizia non venga sacrificata sull’altare della lentezza burocratica.

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